sabato 31 agosto 2013

Questione di Ispirazione

Non c'è niente di più velenoso per uno scrittore, o aspirante tale, di una pagina bianca.
Quando ero più piccolo, e le mie ginocchia sbucciate costituivano il pane quotidiano per mia madre e il balsamo-panacea chiamato MercuroCromo (ve lo ricordate?), sbuffavo sempre davanti al foglio bianco del
quaderno. Più che altro perchè non avevo ancora sviluppato la passione per la scrittura e l'unica fantasia al potere nella mia testa suggeriva piani di evasione dall'aula durante le ore di matematica, con la complicità mai venuta meno dei miei compagni di classe. Eravamo una squadra, ben oliata al novantanove per cento.
Un ingranaggio solo non funzionava a dovere. Io.
Non ero tagliato per marinare la scuola, ammettiamolo, c'erano fuoriclasse molto più in gamba di me e non avevo certo intenzione di scalzarli dal loro trono. Così iniziai ad amare la pagina bianca, a vederla per quello che era davvero.
Una pagina bianca.
Un MILIONE di possibilità.
Con il passare degli anni, io e la pagina bianca siamo diventati buoni amici. Certo, non le avrei mai affidato i miei sogni e le speranze, non possedevamo quell'intimità sensuale che si instaura tra confidenti, fra ragazzo e diario segreto con tanto di lucchetto dorato, però..
Però...
Andavamo d'accordo. Io le dicevo come far scendere in cantina i miei piccoli amici della Banda Dei Lacci Blu, e lei in cambio si faceva tatuare dalla mia penna. Io le parlavo dei demoni e i mostri che avrei voluto scatenare sul mondo fittizio di un racconto più valido allora di come lo avrei pensato poi qualche anno fa, e lei, magnifica tentatrice, mi ricompensava con volute d'inchiostro che iniziavano a darmi... conforto.
Conforto e speranza.
Perchè, come ho scoperto crescendo, puoi nascere con un talento, e lasciarlo sfiorire. Puoi nascere con un talento e coltivarlo come faceva Miyagi con i suoi bonsai (Karate Kid, mai sentito nominare? Blasfemi.)
Oppure puoi nascere senza sapere con certezza se quel talento è insito nella tua natura di uomo, e allora diviene tutto una scommessa. Perchè devi darti da fare, rimboccarti le maniche e ingranare la quarta.
Questa è quella che preferisco. Io non so dirvi a quale categoria appartengo, ma di una cosa sono certo.
La macchina è accesa, il motore romba che è un piacere, il posto del passeggero davanti è scaldato da chi di dovere, ma c'è ancora spazio dietro, salite se vi va. Io parto. Vedremo come andrà a finire, in ogni caso sarà un viaggio interessante, di questo sono sicuro.

P.s. Un giorno vi parlerò della Banda Dei Lacci Blu. Quei piccoli scalmanati vogliono tornare, e io non ho intenzione di tenerli segregati nella mia testa ancora per molto. Simone è una ragazza peperina, e graffia, non bisogna mai contraddirla. La conoscerete. Ve lo prometto. Sulla Gallina.

giovedì 22 agosto 2013

Pro(B)logo

Le promesse mantenute sono tesori preziosi, e nessuno lo può sapere più di me, potete credermi.
Mentre le mie dita prendono a schiaffi (no non è vero, digito con la delicatezza sopraffina di una geisha quando pizzica le corde del suo Shamisen) la tastiera del mio portatile, mi ritrovo a chiedermi perchè.
Perchè ho deciso, alla fine, di creare un blog?E'una bella domanda, sapete?
Mi ero ripromesso di non sottostare mai, o quasi, alle mode del momento, e che vi piaccia o no, internauti
del ventesimo e ventunesimo secolo, il concetto di Blog fino a qualche anno fa non era altro che uno dei tanti modi per sentirsi Fighi in quel mondo pazzo, caotico, pericoloso, affascinante che può essere la Rete. Ci si può sedere comodamente alla scrivania, accendere il pc, spalancare le Finestre, e iniziare a pontificare su Tutto e Tutti.. Cosa? Come dite, voi dell'ultima fila? Sto esagerando? Mi sto aggrappando ad un pregiudizio ormai superato?
Ovvio che sì. Attraverso gli stereotipi l'uomo acuto può smantellare tutto ciò che li ha creati e giungere ad una, più o meno, soluzione meno ortodossa e coerente con i tempi che viviamo. Ma questo è un altro discorso, e io mi sono ripromesso ( sì, ancora promesse tirate in ballo, potrei quasi quasi intitolarlo così questo primo post, che ne dite voi? Sempre se qualcuno legge) che non sarei caduto nel solito, tragico, tristissimo, irritante errore che contagia quasi tutti i blog che ho visionato. Salire in cattedra.
Salire in cattedra.
Ok mi ridimensiono, tanto lo so che alla fine potrebbe capitare anche a me, nessuno è perfetto, giusto?
Salire in cattedra. Mai. O quasi. Magari il giusto, ecco. Quel che serve per giustificare la presenza dell' ennesimo spazio occupato in rete da qualcuno che, saltuariamente, si prende la briga di buttare giù due righe qui sopra.
Forma, sintassi, lessico, grammatica... cercherò di rispettare queste dee severe, ma non chiedetemi di stilare un articolo di giornale perchè non sono qui per questo. Patti chiari, amicizia lunga.
Mi sono perso, che cosa volevo dire all'inizio?
Ah sì, il perchè di questo blog, ecc ecc.
Qualcuno mi ha suggerito che potrebbe essere interessante tenerne uno, scrivere di cinema, fumetti, arte, o qualsiasi cosa mi passi per la testa, e sapete una cosa? Ci sono persone che dovrebbero essere ascoltate molto di più, e soprattutto molto più spesso di quello che il nostro orgoglio ci suggerisce. L'orgoglio è un'arma a doppio taglio. Quando posso lo tengo ben lontano da me, dovreste farlo anche voi. Oh no,scendi dalla Cattedra, John Doe. Ecco.
Bravo. Così. Sei sulla buona strada ragazzo.
Sono sulla buona strada. Prometto di provare a seguirla, un passo dopo l'altro.
Lo prometto sulla gallina.( sì, questa era in codice)


Questo è uno Shamisen.
Almeno non mi si accuserà di non sapere linkare le immagini, Giuda Ballerino.